Un abitante di Campobello di Licata vive sotto l’egida della Costituzione della Repubblica Italiana così come un abitante ad esempio di Negrar dì Valpolicella: stessa bandiera, stessi diritti, stessi doveri. Il sistema fiscale in vigore prevede stesso trattamento per un lavoratore autonomo piuttosto che una società con una sostanziale incidenza fiscale e pressoché uniforme dalle Alpi alle…all’Isola dei Conigli.
Tuttavia un Negrarese ha dei vantaggi, a sua insaputa, che lo rendono un privilegiato.
Il sig. Federico di Negrar di Valpolicella opera in una zona ad alto reddito con la possibilità di usufruire di
- acqua per l’attività;
- connessione ad alta velocità;
- strade;
- trasporti pubblici e privati;
- possibilità di raggiungere in poco tempo milioni di persone ad alto reddito che in virtù della propensione marginale al consumo potranno, se buoni, apprezzare i suoi prodotti. Se prendiamo un compasso e tracciamo un cerchio avente come centro la sede dell’azienda e come raggio 300 km vedremo che il sig. Federico raggiungerà un areale di almeno 15.000.000 di persone appartenenti tutte a zone ad alto reddito a qui poter proporre il proprio prodotto.
Tutto questo a differenza di quanto accade a Diego, imprenditore di Campobello di Licata che vuole fare lo stesso prodotto di Federico ma che,
- deve stoccare l’acqua e deve comprarne buona parte dei propri bisogni da privati (facendola analizzare a proprie spese);
- non è presente la connessione ultraveloce;
- sistema di viabilità inesistente;
- trasporti sono più onerosi in ragione dello stato di viabilità;
- se tracciamo un cerchio come sopra, con centro l’azienda del sig. Diego, si raggiungeranno in 300 km 6.000.000 di persone tutte facenti parte del territorio più disastrato dal punto di vista economico con dinamiche reddituali lentissime.
Questo è il gap che nessun incentivo potrà mai colmare.
Quindi, senza voler assurgere a rango di profeta (cosa per me più ardua che per altri), occorre scegliere sulle cose da fare:
- o attendiamo che un territorio si svuoti vestendoci da complici consapevoli di una pessima scelta che avrebbe anche l’effetto di lasciare tutto ancora di più in mano alle criminalità,
- oppure devono essere poste in atto delle politiche efficaci ed idonee ad invertire una tendenza ferale per il territorio.
Pare che illustri studiosi nei secoli abbiano individuato come soluzione quella dell’aumento del reddito. Cioè aumentando in qualche modo il reddito disponibile, aumentano i consumi ed infine attraverso il moltiplicatore si innesca un circolo virtuoso di crescita del reddito a disposizione di tutti che incrementa il tasso di occupazione, i consumi, la spesa, il risparmio ed ancora il reddito (e per questo viene chiamato circolo virtuoso). Una corrente di pensiero mette a centro, come leva, gli investimenti un’altra corrente la moneta. La terza corrente di pensiero unica in voga nei pensatori e politici “nostrani” è quella che prescrive di provare “a mentula” ossia con delle azioni che (oltre all’effetto di proclamare la soluzione ai problemi) hanno come precipuità quello di remare in diverse direzioni (ostinate e) contrarie. A mia memoria, nessuna politica economica messa in atto ha tracciato una direttrice da seguire per 2-3 decenni. Ogni governo trasforma le manovre di politica economica in manovra di politica elettorale. Ma se si facesse come negli USA o come in Germania, avrebbe già un senso; in Italia lo facciamo in relazione alla già supposta (o peggio preventivata), minima durata di un governo con la possibilità che si raggiunga soltanto livelli di rigogliosità del proprio orticello e basta.

10 risposte su “Regola del compasso”
Santa verità.
Solo la santa verità
È una visione assolutamente corretta e frutto di una valutazione relazionale: le variabili contestuali giocano un ruolo importantissimo nella definizione delle scelte strategiche. Proporrò la lettura della tua riflessione nei miei corsi di marketing. Agli iscritti dico sempre di valutare gli aspetti ambientali, prima di decidere il da farsi.
Complimenti davvero anche per il modo in cui questo articolo è scritto: lo sviluppo delle premesse è galoppante e la lettura, fluida e arricchente, accompagna chi legge fino alla conclusione in modo molto efficace.
A mentula.
A matula.
Grande Micci
In linea di massima sono propenso a ritenere che queste Tue riflessioni di “economia politica”, con le amare considerazioni in esse contenute, siano verosimilmente conformi alla realtà del ns. territorio. Però, poi, riflettendo meglio mi sovvengono delle realtà territoriali di imprese che, a dire dell’autore dell’articolo, mai e poi mai avrebbero potuto avere le stesse chance del ns amico di Negrar di Valpolicella. Eppure il cerchio che esce fuori dal compasso, dovrebbe, dico dovrebbe, avere la stessa circonferenza a Negrar e Campobello di Licata. Altrimenti come spiegare il successo in campo internazionale delle ns cantine: Milazzo vini e Baglio del Cristo? Dovremmo addentrarci, forse, in studi di economia e marketing che, oggi, sfuggono alla logica dell’articolo in questione. Non dipenderà per caso dalla classe dirigente a prescindere dalla geolocalizzazione di costoro? Ovviamente la politica ha le sue colpe ma mi riesce difficile pensare che in Sicilia ci sono solo mediocri e interessati politici e a nord della ns vituperata isola crescano e si formano cervelli fini e disinteressati. Proprio in questi giorni, per non dire in queste ore ci sono arresti, rinvii a giudizio per reati penali, proprio a nord di Negrar di Valpolicella, certamente anche qua non ci facciamo mancare nulla ma, scusatemi per l’ovvietà della conclusione: “ tutto il mondo e’ paese”. Complimenti per l’articolo del mio amico Giuseppe, ha trovato un sistema di confronto politico e tecnico che, chissà’ potrà aiutarci? Lo spero proprio!!
Una analisi perfetta della situazione del nostro territorio dove lentamente molte attività produttive sono destinate inesorabilmente a scomparire e i nostri figli ad emigrare verso altre realtà!
Prosit
Mi piace molto la chiosa finale “in Italia lo facciamo in relazione alla già supposta (o peggio preventivata), minima durata di un governo con la possibilità che si raggiunga soltanto livelli di rigogliosità del proprio orticello e basta”, così come l’analisi che segue quel pregevole “complici consapevoli”…
Entrambe, purtroppo, rispecchiano appieno la realtà.
Dall’alto della mia ignoranza economico-finanziaria propendo per la soluzione prospettata da quegli illustri studiosi, cui fai riferimento, a favore dell’incremento del reddito.
Riassumo il mio (probabilmente errato) pensiero in poche parole: Stato dacci i soldi perché se ci ritroviamo all’interno del cerchio di Diego è anche colpa tua (basta pensare alle infrastrutture, ad es., ma potrei dilungarmi) e non solo colpa nostra che votiamo sempre lo stesso tipo di classe politica.
Bravo Giuseppe.
Molto efficace e intelligente . Grazie
Suggerisco di produrre 6.000.000 di supposte di coraggio .
Scherzi a parte l’articolo riflette in pieno il nostro problema territoriale .