La dichiarazione dei diritti dell’uomo approvata dalle Nazioni Unite nel 1948 premette che
”il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo” e poi statuisce all’art. 1 che
“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.
Da solo questo articolo mostra quanto siamo ancora distanti dal raggiungimento di un obiettivo fissato oltre settant’anni or sono.
I maiali dopo aver concordato con gli altri animali “la rivoluzione” ed essendo riusciti ad estromettere il fattore, si autoproclamarono esseri superiori rispetto gli altri animali (compagni di rivoluzione) e quindi si trasformarono loro stessi nella peggiore versione di quello che avevano inizialmente combattuto. George Orwell in “La Fattoria degli Animali” ci restituisce così, in modo elegante ed efficace, gli infiniti limiti della natura umana al raggiungimento di un qualsiasi piedistallo.
Dire che il prossimo ha i nostri stessi diritti ci fa venire l’orticaria, limita il nostro ego e obnubila la nostra istintiva voglia di supremazia; noi siamo uguali agli altri fino a quando non raggiungiamo le loro posizioni (di comando); fino a quando non prendiamo il loro posto (ci basta scalzarli). Raggiunto l’obiettivo facciamo nostro il mantra del Marchese del Grillo: “perché io sono io e voi non siete un cazzo”.
L’esempio, caldo caldo, ce lo dà la cronaca di questi giorni ed avente come protagonista una neonata di nome Morena alla quale io ho volutamente “regalare” una sorellina, un’altra splendida bambina di nome Greta.
La storia è questa. Morena e Greta hanno in comune due madri che:
- entrambe sono al nono mese di gravidanza;
- entrambe hanno concepito allo stesso modo;
- entrambe hanno “portato” la gravidanza per nove mesi;
- ad entrambe si rompono le acque;
- entrambe corrono verso lo stesso ospedale italiano;
- entrambe partoriscono “con dolore”;
…entrambe nascono ma Greta è italiana e Morena non lo è: questo è l’art. 1 del vergognoso libro del razzismo.
Si è scatenata una tempesta di insulti da parte di orde di simpatizzanti dei leader “sovranisti” nei confronti del Governatore Toti che (per una volta) facendo cosa buona e giusta si è permesso di dichiarare che “chi nasce in Liguria è Ligure”.
Pensare che due soggetti abbiano diversi diritti in ragione del posto dove si nasce è un’argomentazione frutto di importanti limiti culturali, neurologici, razionali e figlia di una insicurezza di fondo nei propri mezzi.
A questi soggetti, a me, e anche quelli che la domenica “si battono il petto” nel Confiteor e che poi praticano il quotidiano rito del razzismo propongo un esercizio:
prendere un foglio di carta, una penna e scrivere cosa ci rende superiori o diversi rispetto agli altri. Quando la penna rimarrà inutilizzata e il foglio completamente bianco solo allora la nostra vita potrà dirsi finalmente rivoluzionata; ma fino a quel momento, fino a quando scriveremo qualcosa in quel foglio dovremmo senza filtri e senza ipocriti tentativi di dissimulazione proclamare come articolo 1 della nostra dignità
“Tutti gli animali sono uguali alcuni lo sono più degli altri” e “io sono io e voi non siete un cazzo”.
http://www.senato.it/documenti/repository/relazioni/libreria/fascicolo_diritti_umani.pdf
