A quasi una settimana dal risultato elettorale devo assecondare il mio ghiribizzo di fare alcune riflessioni sebbene non richieste.
All’inizio, ancor prima di presentare le liste, si sprecavano le raffigurazioni dei candidati alla carica di sindaco:
liuni; cavaddru; trenu; sta vulannu; iè a la ppedi.
Alla presentazione delle liste, dopo lavorii accordi e non accordi, si sono presentati alle elezioni 5 candidati sindaco e conseguentemente 80 candidati allo scranno di consigliere.
Più di ottanta famiglie si sono messe in giro allo scopo di raccogliere quanti più consensi possibili per se e per i candidati alla carica di nostro primo cittadino.
Gli analisti chiazzaluori si sono prodigati in statistiche, elaborazioni, calcoli a seconda della propria “rocchia” di appartenenza; nessuno però ha pronosticato il risultato al fotofinish che poi c’è stato.
Durante i comizi Piazza XX Settembre ha dato il meglio di sé. Era come la sala delle feste: piena di gente sorridenti e tanti che scrutavano gli altri.
Tra queste centinaia di persone che hanno frequentato la piazza in queste due settimane e cocci, oltre a persone munite di sane intenzioni si è potuto apprezzare la presenza di volti nuovi, volti “nuovi”, volti vecchi, volti revisionati, volti di bronzo (due in particolare) e qualcuno anche di cuoio (più di due).
Quest’onda (anomala?) di persone ha fatto sembrare la piazza più viva che mai e il paese abitato da una moltitudine di persone interessate alle vicende amministrative.
Secondo me al di là dell’interesse verso i candidati e le elezioni, mi sono convinto che in tanti abbiano presenziato e presidiato la piazza durante i comizi per assistere all’annunciato combattimento tra candidati, immaginandoseli come moderni gladiatori: quasi a voler “vedere il sangue”; quasi a immedesimarsi loro stessi (in un autogenerato momento di gloria) nei panni dell’imperatore che doveva decidere con il pollice se lasciare vivere o morire il gladiatore. I nostri candidati naturalmente piuttosto che il gladio hanno impugnato un microfono talvolta messo a servizio di fastidiose urla, insulti, battute, battutacce, citazioni, accuse, difese…
Ho avuto il piacere di apprezzare tanti interventi programmatici (da tutte le liste) ad opera di candidati credibili, veri, appassionati e competenti nel settore di cui parlavano.
A fare da contraltare ci sono stati candidati e supporters che ribaltavano (tout court) quanto detto dai propri “sindaci”; candidati e supporters (di entrambi i sessi) che starnazzavano (e se lo dico io…); candidati che impettiti hanno comiziato con voce impostata e tuonante forti del proprio supposto apporto elettorale (rimasto supposto); navigati politici nostrani, che prima hanno fatto tira e molla in più liste per offrire “camionate” di voti e alla conta dei voti il camion si è poi rivelato essere quello rosso sbiadito di plastica che negli anni 70 i nostri genitori ci compravano per la Festa della Madonna; altri ancora che fottendosene del proprio candidato hanno utilizzato il comizio per togliersi i sassolini (talvolta veri basuli) dalle scarpe; altri ancora che con una frase sono riusciti ad insultare tutti i candidati delle altre liste.
Lunedì, dopo aver consumato tutti i tranquillanti disponibili, usciti i risultati dalle urne, qualcuno si è esaltato iniziando a giocare con i numeri per ottenere dei risultati tutt’altro che incontrovertibili: “Campobello è di destra”! “Se ci fossimo uniti non ci sarebbe stata storia”. “Il sindaco rappresenta una minoranza”. Queste le tre frasi che mi hanno fatto ridere di più.
L’ultima affermazione si commenta da sola e perciò non ci perdo tempo.
Le altre due mi fanno ridere, non per il contenuto, ma per il presupposto. Se il centro destra si fosse unito prima di tutto avrebbe dovuto convergere sul nome di un unico sindaco. Poi, qualora si fosse trovata la sintesi sul nome, i voti sarebbero stati contesi soltanto da 16 persone; non da 48 (poi la terza era pure di destra?). Lo dico scricchiato e munnato se a candidarsi fossero 16 da una parte e 16 dall’altre si libererebbero degli spazi elettorali, per tutti non per una parte soltanto; la storia delle amministrative a Campobello ci insegna come va a finire anche in questi casi.
Passando all’aspetto politico, mi piacerebbe che dall’opposizione venisse una seria presa di coscienza del proprio ruolo e della fuducia che i cittadini hanno affidato loro con il voto. Un’opposizione seria fa crescere tutta la comunità e nel rispetto di tutte le anime.
Mi permetto, di consigliare a tutti, eletti e non eletti, di studiare il modello Sciacca e il modello Berchidda (allego due link): può tornare utile.
Ho molto apprezzato in tutte le liste, diversi ragazzi che potrebbero arricchire Campobello con la loro fresca linfa giovanile per immaginare un paese politicamente vivo in modo differente rispetto a come è stato.
Il sindaco Pitruzzella secondo me, se vuole “torciri la storia” dovrebbe fare suo un obbligo morale coinvolgendo questi giovani non eletti presenti in tutte le liste:
così avrebbe l’occasione non soltanto di essere un sindaco ma la ghiotta (storica) opportunità diventare anche il buon contadino di questi preziosi germogli.